Uniti contro l'AIDS

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Novità dal CROI 2025

Si è svolta dal 9 al 12 marzo 2025 a San Francisco (USA) la Conferenza Annuale sui Retrovirus e Infezioni Opportunistiche

Si è svolta dal 9 al 12 marzo 2025 a San Francisco (USA) la Conferenza Annuale sui Retrovirus e Infezioni Opportunistiche (CROI 2025), importante evento, a livello mondiale, incentrato sugli aspetti medico-scientifici e sociali dell’infezione da HIV e delle patologie associate.
Come negli anni precedenti, la Conferenza è stata largamente partecipata e ha rappresentato un'importante occasione di confronto tra scienziati, medici, organizzazioni di persone che vivono con l’infezione e personale di associazioni attive nel settore.

Numerose sono state le presentazioni relativamente alle novità scientifiche, cliniche e sociali dell’infezione da HIV e delle patologie associate.

Aspetti Epidemiologici
Molti interventi hanno analizzato lo stato dell’epidemia da HIV a livello globale, sottolineando che nonostante gli evidenti progressi nel contrasto all’infezione risulta ancora necessario non abbassare la guardia.
In particolare, è stato fatto il punto sullo stato di raggiungimento degli obiettivi UNAIDS per il 2025 tra cui 95-95-95 (diagnosi-trattamento-soppressione virale), 95% trattamento e prevenzione trasmissione materno-fetale per le donne che vivono con HIV, e completa tutela dei diritti ed integrazione sociale. 
Allo stato attuale questi obiettivi non sono stati raggiunti anche in conseguenza della riduzione della disponibilità di interventi e finanziamenti negli anni dell’epidemia da COVID-19. 
Allo scopo di implementare questi interventi la Global AIDS Strategy 2021–2026 si propone di supportare tutti i Paesi al fine di ottenere da qui al 2030 una riduzione annuale del 5% delle nuove infezioni (riduzione del 90% rispetto al 2010), la riduzione del 90% dei casi di mortalità da AIDS rispetto al 2010 e una sostenibilità di lungo termine a livello globale della gestione terapeutica e assistenziale delle persone che vivono con l’infezione.

Prevenzione dell’infezione da HIV
Sono stati sottolineati I progressi, particolarmente a livello socio-culturale, nella consapevolezza del rischio infettivo attraverso i rapporti sessuali e la gravidanza.
In tale ambito è stato essenziale l’approccio di comunicazione intracomunitaria, facendo leva sulle risorse interne di ogni comunità nell’ambito della propria identità culturale e sociale.
Rispetto agli anni precedenti è stato registrato una riduzione degli interventi volti a favorire lo screening sul territorio e diverse organizzazioni stanno implementando l’utilizzo dei test rapidi per ovviare alle problematiche legate alla mobilità dalla disponibilità di strutture in molti Paesi Africani.

Terapie preventive
Sono stati illustrati i risultati di diversi studi che confrontavano l’utilizzo della PreP con il farmaco cabotegravir, inibitore dell’integrasi virale, per via iniettiva ogni 60 giorni, rispetto a quello tradizionale per via orale giornaliera con i farmaci tenofovir e emtricitabina.
L’efficacia dei trattamenti preventivi per via iniettiva è risultata pari se non superiore a quelli tradizionali, soprattutto in relazione alla maggiore aderenza associata alla somministrazione con intervalli di più mesi.
Su questa base viene fortemente raccomandata la PreP per via iniettiva per le persone che potrebbero avere difficoltà ad assumere con regolarità i farmaci per via orale.
Inoltre, vari studi hanno confermato l’efficacia preventiva del farmaco lenacapavir, inibitore del capside virale, il quale presenta una lunga durata di azione che ne consente la somministrazione per via iniettiva con intervalli di 6 mesi.

Terapia dell’Infezione cronica da HIV
Molti studi presentati alla Conferenza hanno confermato l’efficacia dei trattamenti combinati che includono un inibitore dell’intergrasi virale (dolutegravir o bictegravir) con due inibitori della trascrittasi (tenofovir, emtricitabina o lamivudina).
È stata inoltre riportata una pari efficacia del trattamento con un regime di soli due farmaci (doravirina / islatravir) nelle persone che precedentemente assumevano la terapia con tre farmaci.
Infine, è stato riportato che la combinazione dei due farmaci islatravir e lenacapavir risulta consentire una somministrazione per via orale anche ad intervallo settimanale.
È stata confermata l’efficacia dei farmaci a lunga durata di azione cabotegravir e lenacapavir nel trattamento per via iniettiva con la somministrazione a distanza di mesi, con evidente vantaggio in termini di qualità di vita ed aderenza della terapia. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato l’efficacia della combinazione di questi due farmaci con gli anticorpi neutralizzanti teropavimab (specifico per il CD4 binding site), zinlirvimab (specifico per il V3 loop) o N6LS.
Sono infine stati riportati i promettenti risultati dell’impiego dei farmaci sperimentali VH-184 eVH-499, inibitori dell’integrasi e del capside, rispettivamente, in somministrazione a lungo termine.

Co-infezioni
Molti studi hanno documentato l’elevata prevalenza di coinfezione da HBV, HCV o Tubercolosi nelle persone che vivono con l’HIV, particolarmente in alcune aree dell’Africa dove queste infezioni risultano endemiche in conseguenza della limitata efficacia delle misure preventive. È stato sottolineato come le persone che presentano coinfezione da HIV con virus o batteri patogeni hanno necessità di trattamenti mirati in grado di consentire l’impiego simultaneo di farmaci con differente bersaglio di azione in assenza di rilevanti effetti indesiderati e della loro perdita di efficacia. In queste persone risulta indispensabile mantenere adeguata la qualità di vita e prevenire l’abbandono terapeutico in conseguenza di un carico farmacologico non sostenibile a lungo termine.

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