Uniti contro l'AIDS

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Ultimo aggiornamento

  • 7 maggio 2021

Elite Controllers, la ricerca procede con lo studiarne i meccanismi

Le persone che controllano naturalmente l’HIV, definite “Elite Controllers”, presentano una maggiore attività funzionale da parte delle cellule dendritiche mieloidi, una sottopopolazione cellulare indispensabile per l’immunità antivirale.
Questa evidenza emerge da uno studio recentemente pubblicato dai ricercatori del Ragon Institute e Harvard, Cambridge (USA), sulla rivista scientifica Journal of Clinical Investigation.
Specificamente, è stata studiata, in campioni cellulari da persone con infezione cronica da HIV, tra le quali un gruppo di 23 “Elite Controllers”, la funzionalità delle cellule dendritiche mieloidi, cellule presenti in basse percentuali nel sangue e negli organi linfatici ma che, hanno un ruolo importante nella presentazione di antigeni virali ai linfociti e nella induzione della risposta immunitaria specifica.
In particolare, le cellule dendritiche provenienti dalle persone “Elite Controllers”, le quali controllano l’HIV senza necessità di farmaci, risultavano essere caratterizzate da uno stato metabolico di entità superiore rispetto a quelle dalle altre persone con l’infezione cronica.
Questo stato funzionale appariva associato a livelli elevati di una piccola sequenza di RNA regolatorio (MIR4435-2HG) in grado di aumentare l’espressione della proteina RPTOR, essenziale per alcuni processi metabolici cellulari.
Tale stato metabolico particolarmente attivo, consente probabilmente una efficiente attività di presentazione antigenica ai linfociti e una più rapida ed efficace risposta contro il virus, non consentendone la diffusione.
Sono in corso studi ulteriori per caratterizzare, in maggiore dettaglio, tale modalità di interazione tra le cellule immunitarie nelle persone “Elite Controllers” e le conseguenze sulla risposta immunitaria.
Queste informazioni risulteranno, in prospettiva, essenziali per una piena comprensione dei meccanismi che determinano la risposta immune contro l’HIV e la messa a punto di farmaci in grado di potenziare selettivamente questi processi.
Un'immediata ed efficiente risposta linfocitaria contro il virus potrebbe infatti prevenirne, nelle prime fasi dell’infezione, la diffusione nell’organismo e la creazione della riserva virale nei distretti linfatici, che costituisce ancora oggi il principale ostacolo all'eradicazione completa dell'infezione.

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