Uniti contro l'AIDS

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Valutazione dell’impatto di COVID-19 sui servizi per HIV a livello Europeo

La pandemia da COVID-19 ha determinato, negli anni 2020 e 2021, rilevanti limitazioni alle attività sociali, incluso l’accesso alle strutture per la prevenzione e cura delle malattie, con effetti sullo stato di salute della popolazione a livello globale.
In questo contesto, Il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha recentemente pubblicato un documento relativamente all’impatto della pandemia da COVID-19 sull’accesso ai Servizi relativi all’HIV nell’Europa e Asia Centrale.

Tale documento, disponibile sul portale dell’ECDC (LINK) riporta uno studio effettuato mediante la raccolta ed analisi dei dati forniti dai singoli Paesi sull’erogazione dei servizi per la diagnostica ed il trattamento dell’infezione da HIV negli anni 2021 e 2022 in relazione al periodo precedente la pandemia.

Specificamente, a 24 Paesi dell’Europa Occidentale, 16 dell’Europa Centrale e 15 dell’Europa Orientale/Asia Centrale è stato richiesto di indicare, tramite una Survey elaborata dall’ECDC, se l’erogazione delle prestazioni per la diagnosi e trattamento dell’HIV e delle IST avesse risentito, negli anni 2021 e 2022, degli effetti associati alla pandemia da COVID-19 indicando diverse opzioni: chiusura, riduzione oltre il 50%, riduzione sotto il 50%, nessuna variazione, incremento.

I dati raccolti evidenziano che in entrambi gli anni 2021 e 2022 si sia registrata una generale riduzione delle prestazioni ma nessuna chiusura dei servizi.
Questo effetto è risultato maggiore nel corso del 2021, nel quale diversi Paesi hanno riportato casi di riduzione oltre il 50%, rispetto al periodo pre-COVID 19, per alcuni servizi, particolarmente relativamente allo screening dell’Infezione da HIV e delle IST.
Le principali ragioni per questa riduzione risultavano essere l’utilizzo prevalente del personale e delle strutture per i servizi legati all’emergenza pandemica e la riduzione delle fasce temporali di erogazione.

L’accesso ai servizi per il trattamento dell’HIV ha invece subito una riduzione modica o, in molti casi, nessuna variazione, laddove numerosi Paesi hanno attivato misure alternative per la consegna dei farmaci antivirali, che, sia pure con una minore frequenza, hanno consentito di fare fronte alla necessità terapeutiche delle persone.
Molti Paesi nell’Europa Occidentale, ma pochi dell’Europa Orientale/Asia Centrale, hanno inoltre attivato canali preferenziali per la vaccinazione anti-COVID 19 per le persone che vivono con l’HIV.

Nonostante lo studio si basi sulla valutazione individuale più che su una misurazione oggettiva delle prestazioni erogate, è evidente che i servizi per la diagnostica e trattamento delle IST e infezione da HIV abbiano avuto una riduzione in conseguenza dell’emergenza pandemica e della riorganizzazione transitoria dei centri per le malattie infettive.
E’ comunque da registrare come molti Paesi, sia pure con evidenti differenze territoriali, siano riusciti a mantenere in efficienza i servizi per la gestione terapeutica dell’infezione da HIV, consentendo il mantenimento delle cure.

Per chiarimenti sui test è possibile rivolgersi al Telefono Verde AIDS e IST (UO RCF - DMI) dell'Istituto Superiore di Sanità.

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