Uniti contro l'AIDS

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Ultimo aggiornamento

  • 13 giugno 2016

Novità dalla Conferenza ICAR 2016

L’edizione 2016 dell’8° Congresso ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) si è tenuta a Milano presso l’Università Statale Milano-Bicocca. In tale sede, gli spazi universitari hanno consentito l’allestimento di stand in cui è stato possibile effettuare il test rapido (HIV e HCV) nei giorni congressuali nonché la libera circolazione degli studenti in uno spazio aperto di incontro con spot di prevenzione e offerta di materiale informativo con il coinvolgimento attivo delle associazioni.
Il programma ha previsto tre giorni con numerosi interventi, molti dei quali effettuati da giovani ricercatori, che hanno potuto partecipare anche grazie alle borse di studio messe a disposizione dal Convegno stesso e dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT).
Il Congresso, durante il quale sono state affrontate in particolare le novità terapeutiche per l’infezione da HIV e i nuovi farmaci ad azione diretta anti HCV (DAA), si è aperto con una tavola rotonda finalizzata a discutere delle prospettive per i giovani ricercatori alla presenza di esperti del Ministero della Salute, dell’AIFA e del MIUR.
Sono stati presentati dati importanti che dimostrano chiaramente come l’infezione da HIV debba oggi essere trattata il più precocemente possibile al fine di ridurre al minimo gli effetti legati all’infiammazione cronica persistente anche a viremia soppressa.
Molti studi hanno affrontato il tema delle co-morbidità associate all’HIV e l’utilizzo di strategie terapeutiche sempre più “friendly” e sostenibili a lungo termine.
La prossima introduzione della nuova formulazione del farmaco tenofovir (TAF) consentirà la riduzione della tossicità ossea e renale, sono stati presentati inoltre schemi di semplificazione terapeutica in grado di mantenere la massima soppressione virale: LDR (Less Drug Regimen) e STR (Single Tablet Regimen).
Una sessione è stata dedicata alla Profilassi Pre-Esposizione (PreP), documentandone l’efficacia preventiva (fino all’86%) e in tale ambito la prof. Mussini di Modena ha passato in rassegna i differenti trial con le due modalità di somministrazione della PreP, daily (giornaliera) e on demand (prima dei rapporti), che sono risultate entrambe valide anche se quella giornaliera è più affidabile per il mantenimento dell’aderenza.
Il prof. Moreno di Madrid ha parlato dell’applicabilità pratica della PrEP, procedura attualmente disponibile solo in Francia grazie ad uno specifico decreto Ministeriale.
La PrEP deve essere, infatti, gestita dai medici specialisti ospedalieri abilitati a prescrivere i farmaci antiretrovirali e non può essere affidata ai medici di base o all’autosomministrazione, considerandone i possibili rischi e l’indicazione specifica (secondo i CDC di Atlanta, solo per chi è a forte rischio di acquisire l’HIV).
Le associazioni hanno partecipato alla discussione e si sono mostrate interessate a questo strumento nell’ambito di tutti gli interventi di prevenzione che devono essere fatti in virtù del continuo aumento dei nuovi casi di contagio, soprattutto nei maschi MSM.
Nella sessione di epidemiologia sono state presentate da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità e da esperti dell'INMI Spallanzani le stime riguardanti il numero di soggetti che non sanno di vivere con l'HIV e del “continuum of HIV care” (gestione clinico-terapeutica delle persone diagnosticate per HIV) in Italia.
In particolare, emerge una quota importante di persone che non sanno di avere contratto l’HIV o che, sia pure diagnosticate, non rimangono in carico ai centri di cura, non potendo in tale modo curarsi e sopprimere la carica virale.
Queste due quote di persone, in quanto portatrici di livelli dosabili di viremia, sono le fonti che sostengono attualmente l’epidemia da HIV.
Si stima che siano circa 6000 le persone non diagnosticate e che, in una fase avanzata dell'infezione, presentino livelli alti di viremia, necessitando di cure. Queste persone hanno una maggiore possibilità di trasmettere l'infezione, costituendo un limite per l’intervento di prevenzione rappresentato dalla terapia (Tasp - Therapy as prevention).

Per quanto riguarda l’Epatite C sono stati presentati i dati di alta efficacia dei farmaci ad azione diretta contro il virus (DAA).
In particolare sono stati illustrati i dati dello studio compassionevole sostenuto dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) che ha trattato persone con la duplice infezione HIV/HCV, su tutto il territorio italiano, con la combinazione a tre denominata 3D, raggiungendo dei tassi altissimi di eradicazione dell’HCV.
Considerando che molte persone portatrici delle due infezioni ancora non sono state trattate in maniera efficace, risulta indispensabile che possano avvalersi di questa combinazione in virtù dell’aumentato rischio di progressione clinica.
Inoltre, sono stati presentati simili dati di efficacia a seguito di trattamenti a base dei farmaci sofosbuvir/ledispavir.
In tale ambito, il prof Perno di Roma, in una lettura magistrale, ha sottolineato l’importanza di impostare terapie adeguate e bilanciate in considerazione della possibilità che possano emergere resistenze farmacologiche, anche se al momento i fallimenti sono risultati veramente limitati, dovuti in particolare alla presenza di determinati genotipi di HCV che dovrebbero essere caratterizzati prima dell’inizio della terapia.
Infine, una lettura magistrale tenuta dal Prof. Ippolito di Roma ha bene illustrato il quadro epidemiologico, diagnostico e terapeutico dell’infezione da virus Zika e l’associazione con i casi di microcefalia.
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