Uniti contro l'AIDS

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L'anemia falciforme potrebbe difendere dall'HIV?

Le persone con anemia falciforme, patologia dei globuli rossi su base genetica, potrebbero avere una naturale resistenza all’infezione da HIV.
Questa ipotesi suggestiva emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Plos One e condotto dai ricercatori del Vitalant Research Institute e dell’Università della California (San Francisco, USA).
La ricerca ha preso spunto da un altro studio (Transfusion Safety Study), in cui è stata osservata retrospettivamente la prevalenza di HIV in un campione di 274 persone affette da malattie genetiche del sangue che, hanno richiesto ripetute trasfusioni nel periodo tra il 1981 ed il 1993.
Complessivamente, nelle persone con anemia falciforme (143) è stata riscontrata una prevalenza estremamente inferiore di infezione da HIV rispetto alle altre malattie genetiche del sangue (0,7% vs 15,3%) e, tra le persone risultate HIV+, un miglior decorso dell’infezione.
Questo dato ha fatto ritenere agli studiosi che, le persone portatrici di questa malattia genetica potessero risultare meno suscettibili all’infezione virale in virtù di determinate caratteristiche delle cellule linfocitarie. In un campione di 30 persone con anemia falciforme sono stati pertanto valutati, sui linfociti CD4, i livelli dell’espressione dei recettori virali, congiuntamente alla produzione di citochine infiammatorie.
Nelle cellule delle persone con anemia falciforme è stata riscontrata una riduzione significativa dell’espressione dei co-recettori virali CCR5 e CCR7, oltre ad una maggiore produzione delle citochine infiammatorie.
Ulteriori test di laboratorio non hanno comunque documentato, nelle persone con anemia falciforme, una minore suscettibilità dei linfociti all’infezione sperimentale da parte di ceppi di HIV R5 o X4-tropici.
Pertanto, restano ancora da capire pienamente i meccanismi cellulari e molecolari che rendono le persone portatrici di questa malattia genetica apparentemente più resistenti all’infezione. Ulteriori studi consentiranno di comprendere meglio questo fenomeno e potranno dare utili indicazioni per la messa a punto di strategie volte a prevenire l’infezione da HIV nelle cellule.

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