Uniti contro l'AIDS

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Rapporto 2023 sui casi di HIV e AIDS nel Continente Europeo

Rapporto ECDC 2023 di sorveglianza per HIV/AIDS

È stato pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) il Rapporto 2023 di sorveglianza per HIV/AIDS che riporta, per questa patologia, i dati relativi al 2022 nei Paesi della regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Nel nuovo rapporto emerge un numero totale di nuove diagnosi di 110.486 (71.118 uomini e 39.070 donne), in lieve aumento (4,3%) rispetto all’anno precedente, con rilevanti differenze tra le aree continentali. il 71,6% delle nuove diagnosi è stato infatti documentato nei paesi dell’Est Europa, contro il 20,3% in quelli dell’Ovest e  l’8,1% nel centro Europa. Complessivamente solo un quinto delle nuove diagnosi documentate nel 2022 vengono dai Paesi dell’Unione Europea. 

La prevalente fascia di età delle persone con nuove diagnosi di infezione risulta essere quella tra 24 e 50 anni (74%), seguita da quella al di sopra di 50 anni (16,7%), mentre i giovani al di sotto dei 24 anni risultano essere il 5,7% del totale.

Relativamente alle modalità di acquisizione dell’infezione, quella prevalente è rappresentata dai rapporti sessuali, specificamente eterosessuali nel 61,2% e omosessuali maschili nell’11,3% dei casi. L’assunzione di sostanze per via iniettiva è stata riportata nel 16,1% dei nuovi casi di diagnosi, con una rilevante differenza tra i Paesi dell’Est Europa (21,1%) e quelli dell’Unione Europea (4,3%).

I casi conseguenti a trasmissione verticale (madre-figlio) risultano essere estremamente limitati, 0,6% del campione, indicando tuttavia il persistere di un fenomeno che può essere fortemente limitato da una adeguata terapia nel corso della gravidanza /parto/ allattamento. 

In oltre la metà dei casi di nuove diagnosi veniva evidenziato un numero di linfociti CD4 al di sotto dei 350/mm3 e nel 29,7% al di sotto dei 200/mm3, indicando già una fase avanzata dell’infezione. Questo dato è risultato prevalente nelle persone che hanno riportato rapporti eterosessuali, suggerendo, tra queste, una minore consapevolezza del rischio infettivo e propensione ad effettuare test di screening.  

Il numero delle diagnosi di AIDS documentate nel 2022 risulta essere 7642 (1,1 /100,000 abitanti), in sensibile calo rispetto alle 17486 riportate nel 2013, indicando che la disponibilità di numerosi farmaci efficaci contro il virus consente oggi la prevenzione della grave immunodeficienza. Questo dato risulta comunque più elevato nei Paesi dell’Est Europa, area nella quale risulta necessario implementare le risorse per la diagnosi e cura dell’infezione.

Questi dati indicano che, sia pure sia stato segnalato un lieve aumento di casi di HIV nei paesi Europei, risulta comunque una tendenza alla diminuzione negli anni, anche in conseguenza della aumentata consapevolezza del rischio infettivo legato ai rapporti sessuali ed alla riduzione dell’uso di sostanze per via iniettiva. Persistono tuttavia rilevanti differenze tra le diverse aree del Continente che suggeriscono di implementare le campagne di prevenzione e sensibilizzazioni particolarmente nei Paesi dell’Est Europa.

Non va inoltre trascurato il fatto che una rilevante componente delle persone, viene diagnosticata l’infezione già in una fase avanzata, indicando l’importanza di aumentare la consapevolezza del rischio infettivo e facilitare l’effettuazione di screening per infezioni sessualmente trasmesse.

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