Uniti contro l'AIDS

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UNAIDS - The Urgency of Now: AIDS at a Crossroads

L'urgenza di adesso: l'AIDS a un bivio è il titolo tradotto in italiano del nuovo report UNAIDS pubblicato a luglio 2024

È stato appena pubblicato il Rapporto Globale UNAIDS 2024 sull'AIDS, dal titolo "The Urgency of Now: AIDS at a Crossroads - L'urgenza di adesso: l'AIDS a un bivio". Questo documento rappresenta una valutazione critica dello stato attuale della risposta globale all'epidemia di HIV e sottolinea quanto sia cruciale agire immediatamente per contrastare la diffusione del virus. Il rapporto evidenzia come il mondo si trovi a un bivio nella lotta contro l'HIV, una fase decisiva in cui sono necessari interventi mirati e investimenti strategici per prevenire la diffusione dell'infezione. Esso sottolinea l'importanza cruciale della prevenzione per fermare l'epidemia entro il 2030, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Il rapporto 2024 mette in luce progressi significativi in alcune regioni, specialmente nell'Africa sub-sahariana, dove le nuove infezioni da HIV sono diminuite del 56% rispetto al 2010, grazie a programmi efficaci di prevenzione, educazione, e trattamento. Tuttavia, il rapporto avverte che, nonostante questi progressi, in altre parti del mondo la situazione è in peggioramento. Per la prima volta, si verificano più nuove infezioni da HIV al di fuori dell'Africa subsahariana, particolarmente in regioni come l'Europa dell'Est, l'Asia Centrale, l'America Latina, e il Medio Oriente e il Nord Africa. In queste aree, le infezioni sono in aumento, il che indica una necessità urgente di rafforzare le strategie di prevenzione e di aumentare l'accesso ai servizi sanitari. La mancanza di prevenzione adeguata in queste regioni sottolinea quanto sia fondamentale una risposta globale, coordinata e adattata alle specifiche realtà locali.
Infatti, nonostante i progressi registrati, circa 1,3 milioni di persone hanno contratto l'HIV nel 2023, un numero che è oltre tre volte superiore rispetto all'obiettivo del 2025 di ridurre le nuove infezioni a 370.000 o meno. Questo divario dimostra chiaramente che le attuali strategie di prevenzione e intervento sono ancora insufficienti per raggiungere gli obiettivi prefissati. Inoltre, l'accesso ai servizi per l'HIV è particolarmente limitato per le popolazioni chiave, come i lavoratori del sesso, gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, le persone che fanno uso di droghe iniettive, le persone transgender e coloro che si trovano in stato di detenzione. Secondo il Rapporto, questi gruppi affrontano enormi ostacoli, non solo a causa di condizioni legali e sociali sfavorevoli, ma anche a causa della discriminazione diffusa e dello stigma sociale che li circonda.
Un altro grande ostacolo per l'accesso ai servizi di prevenzione, trattamento e cura dell'HIV è rappresentato dalle disuguaglianze persistenti e dalla discriminazione. Le disuguaglianze di genere, lo stigma e le leggi discriminatorie aggravano ulteriormente la situazione, in particolare per le ragazze adolescenti e le giovani donne nell'Africa subsahariana, che continuano a registrare alti tassi di infezione da HIV. Nonostante i tentativi di migliorare l'accesso ai servizi, le esigenze delle popolazioni chiave sono spesso affrontate in modo inadeguato, e le organizzazioni comunitarie che le supportano rimangono sottofinanziate e sovraccaricate di lavoro.
Nel 2023, si stima che 120.000 bambini abbiano contratto l'HIV a livello globale. Sebbene meno bambini di età compresa tra 0 e 14 anni contraggano l'HIV rispetto al passato, i progressi nella riduzione della trasmissione verticale - cioè dalla madre al bambino durante la gravidanza, il parto o l'allattamento - hanno subito un rallentamento significativo, in particolare nell'Africa occidentale e centrale. Questo rallentamento è un segnale preoccupante che richiede un'attenzione immediata e il potenziamento delle misure di prevenzione della trasmissione materno-infantile.
UNAIDS sottolinea la necessità urgente di aumentare significativamente gli investimenti e l'impegno politico per colmare le lacune nei servizi di prevenzione, trattamento e cura dell'HIV. Il rapporto invita i governi e le organizzazioni internazionali a rimuovere le leggi discriminatorie e a combattere attivamente lo stigma, creando un ambiente che favorisca l'accesso equo ai servizi per l'HIV per tutti, indipendentemente dalla loro condizione sociale, economica o geografica.
Dunque, il Rapporto conclude che porre fine all'AIDS come minaccia per la salute pubblica entro il 2030 è un obiettivo realizzabile, ma solo se si intraprende un'azione decisiva e sostenuta a livello globale. I leader mondiali devono dare priorità assoluta alle risorse e alle riforme politiche necessarie per garantire un accesso equo e universale ai servizi per l'HIV, con particolare attenzione alle popolazioni più vulnerabili e a rischio. Solo attraverso uno sforzo concertato e inclusivo, che coinvolga tutte le parti interessate, il mondo potrà raggiungere gli ambiziosi obiettivi del 2025 e del 2030, e continuare a mantenere l'impatto degli sforzi di risposta all'HIV negli anni a venire, assicurando un futuro libero dall'AIDS per le prossime generazioni.


Per leggere il Rapporto: www.unaids.org/2024-unaids-global-aids-update

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