Uniti contro l'AIDS

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Ultimo aggiornamento

  • 3 febbraio 2017

Quando gli anticorpi riescono a contrastare l’HIV

Una piccola quota di persone riesce controllare nel corso degli anni l’infezione da HIV (elite controllers) grazie ad una peculiare risposta immunitaria che potrebbe rappresentare un’importante risorsa per la prevenzione ed il trattamento dell’infezione.
Uno studio  condotto dai ricercatori della Rockfeller University, New York, USA, recentemente pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, ha infatti dimostrato che anticorpi provenienti da una persona che vive con l’HIV, ma che lo controlla naturalmente senza sviluppare l’Immunodeficienza, sono in grado di proteggere dall’infezione naturale da HIV in un modello sperimentale animale.
Specificamente, tre anticorpi BG18, NC37 e BG1, i quali possono neutralizzare in laboratorio numerosi ceppi di HIV (largamente neutralizzanti), sono stati isolati dal siero, purificati e somministrati in combinazione a topi “umanizzati”, precedentemente infettati con alte dosi di un ceppo patogeno di HIV. Questi animali, modificati mediante la sostituzione completa con cellule linfatiche umane, sono spesso utilizzati come modello sperimentale di infezione naturale da HIV, virus in grado di infettare solo l’uomo. In oltre i due terzi dei topi trattati con la miscela di anticorpi non erano evidenziabili, a distanza di tre settimane, tracce del virus, mentre gli animali di controllo avevano tutti sviluppato una grave infezione con alti livelli di HIV nel sangue e nel tessuto linfatico.
Questo dato suggerisce che gli anticorpi definiti “largamente neutralizzanti”, riscontrabili nelle persone che riescono a controllare naturalmente l’infezione da HIV, possono essere utilizzati in prospettiva per contrastare efficacemente l’acquisizione e il decorso dell’infezione. Sarà a tale scopo necessario estendere lo studio all’uomo, coinvolgendo negli anni un’ampia casistica di persone con l’infezione da HIV.
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